All’ombra della malinconia

La malinconia mi piace!
Quando mi sento malinconico tutto smette di risplendere eccessivamente e la realtà si trasforma mostrando di tutte le cose un volto più nitido, non sovraesposto. Ciò che mi circonda diventa l’istante perfetto in cui scattare una fotografia, sia essa un’immagine che tradotta in parole. La malinconia è, per me, la strada che conduce alla riflessione, la porta d’accesso alla cantina dei miei più intimi pensieri, il barattolo dentro cui conservo le emozioni, il cassetto sporco di matite temperate e fogli di carta pieni di appunti e scarabocchi senza data. Senza la malinconia non potrei disegnare, non saprei scrivere una poesia, non muoverei le mani sul pianoforte o sulla chitarra, non riuscirei a farmi circondare dalla bolla dell’immaginazione, dell’introspezione, dell’empatia. La malinconia è un ponte che collega l’anima al resto di tutte le cose percettibili ed impercettibili. Seggo spesso all’ombra della sua chioma e lei mi accoglie con orizzonti sempre diversi, con paesaggi meravigliosi; mi accoglie con ciò che mi è necessario in quel momento perché lei sa cosa sento e sa come aiutarmi ad esprimerlo. Espando me stesso oltre ogni immaginabile confine, divento una cosa sola con l’universo e ne sento le vibrazioni, il peso, i colori, la voce, il respiro. E così, dopo aver liberato quell’energia bisognosa di esprimersi, torno alla luce ed ai suoi riflessi, alle sue carezze; torno a vedere l’altro lato attendendo il ritorno della malinconia così come si attende il giorno dopo la notte e la notte dopo il giorno, in un cammino infinito che ha tutto il gusto della vita.

Scritto e pubblicato il

da Marco Placido Stissi (alias “

“)

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