Amo l’oscurità

Nell’oscurità non sento parole ma scorgo il vento danzare fra le chiome degli alberi, mi aggrappo ad un mucchietto di stelle scivolate su dal rigurgito del sole al tramonto, passeggio lentamente sui frammenti di un giorno caotico; ad ogni respiro spolvero le briciole di una paura inutile quanto illusoria. Le tenebre comprimono la luce e la trattengono a sé in un abbraccio che annienta ogni stupido giudizio; esse sono buchi neri che solo gli intrepidi possono attraversare. Per raggiungere il giorno devi attraversare la notte; così, per raggiungere il mio cuore devi attraversare gli intricati corridoi sorvegliati dalle mie oscurità: devi lasciarti sfiorare il collo da esse, devi sentirle bisbigliare da dietro gli anfratti delle tue angosce, devi inciampare sui loro piedi, devi permettergli di mostrarti il loro volto. Le ombre sono un immenso capolavoro; esse si posano sul mondo come un lenzuolo sui sogni di un bambino.

Quando le sento avvicinarsi, io mi fermo e le lascio attraversarmi anche le ossa. Fin da bambini ci hanno inculcato così tanti stereotipi e così tanti timori da surclassare ogni sano buon senso infantile. Se il portatore di luce fosse stato elogiato come colui che punisce chi fa del male e non come colui che si nutre del male, oggi vedremmo l’oscurità come una buona compagna di vita, un’amica con cui condividere tutti i nostri mondi inferiori. La luce è una creatura meravigliosa ma desidero fare giustizia e ridare dignità alle tenebre perché anch’esse risplendono di una bellezza che non ha eguali. Non insegnerò mai ai miei figli a temere la notte, a pensare che ci sono mostri cattivi sotto al letto, che la mancanza di luce significa terrore, che al calar del sole la realtà di questa vita è fatta di cose malvagie. L’universo è tetro ma contiene e protegge miliardi di galassie e stelle splendenti. Il respiro è vita e avviene dentro ai nostri polmoni nella più totale oscurità. Il cibo ci nutre entrando e sparendo negli abissi scuri del nostro stomaco. I nostri pensieri stanno accovacciati negli anfratti bui del nostro cervello. Amo l’oscurità perché è da essa che esce allo scoperto la luce.

Scritto e pubblicato il

da Marco Placido Stissi (alias “

“)

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