L’oceano negli occhi

Non ho abbastanza tasti e non ho abbastanza inchiostro per esprimere certe emozioni, e allora mi affido alle pause; in quei silenzi si ammassano parole su parole con le labbra cucite e gli occhi pieni di ogni goccia di ogni oceano di ogni mondo.
È un loop, questa vita, e mi toglie via le lenzuola ogni mattina, e mi spinge giù dal letto e poi mi lascia scorrere fino a sera, spinto dai miei obiettivi, dalle speranze, da qualche sogno scheggiato e ricoperto di polvere. Stanco, mi si chiudono gli occhi, ritorno all’origine avvolto fra quelle lenzuola, disteso su quel materasso.
Ogni tanto dai miei occhi cola via un po’ di oceano; un fazzoletto è la spiaggia su cui si infrangono le sue onde scure. La mente galleggia, naufraga nella mia indefinita ed infinita ricerca di qualcosa che le dia risposte. Ogni tanto lancio il cuore in acqua come fosse un’ancora, alla ricerca di un appiglio. Quanti piranha l’hanno ferito, ma io non demordo!
Non è facile camminare da soli nella nebbia, sotto ad una pioggia sottile e tagliente, mentre le macchine passano e ti schizzano addosso altro oceano dalle buche e dai canali, dai finestrini appannati dalla loro indifferenza.
Il giudizio di alcuni si è dissolto nel mio sguardo; non ho bisogno di sapere per cosa sono venuto al mondo. Il mio compito l’ho capito, lo conosco, lo sto già svolgendo.
Lascerò un segno, piccolo come un granello di sabbia che vaga nell’universo, ma pesante, più di mille buchi neri.
Ogni tanto dai miei occhi cola via un po’ di oceano, dicevo, e attendo quel momento in cui una mano mi asciugherà il viso e mi farà sparire, pelle a pelle, in quell’ammasso di silenzi in cui sostano tutte le parole non dette, e diventerò altro, e avrò un nuovo ciclo, e lo condividerò tenendo stretta a me quella mano.

Scritto e pubblicato il

da Marco Placido Stissi (alias “

“)

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