Siamo stati

Siamo stati impostori
venditori ambulanti
giovani giramondo
senza spiagge d’approdo,
solcando mari profondi
scuri come la pece
con un biglietto d’andata
incollato al miraggio del ritorno.
Siamo stati signori
blasonati e sbruffoni
vecchi porci
dalle bocche sudate,
aggrappati al denaro
fra liquori e puttane
senza fiato ed onore
all’ombra di una vana gloria.
Siamo stati mendicanti
sdraiati su umidi cartoni
affamati di ossa
imbrattati di sogni senza storia,
ubriachi ed unti di merda
con le gambe in cancrena
ma gli occhi verdi e profondi
come velieri sul prato dei sogni.
Siamo stati maestri
docenti di vita
filosofi, scienziati,
psicologi dell’inganno,
piegati su testi ingialliti
ripieni di una dubbia cultura
che ha volto i nostri sguardi
al culo profondo dell’universo.
Siamo stati capricciosi
bravi a mordere bugie
per sputarle col pianto della verità
sul registro dei buoni e dei cattivi,
automi cresciuti bene
mangiando insalate di devianze
bevendo succhi di ideali
andati a morire sui propri confini.
Siamo stati padri e madri
espiatori sapienti
generanti non creatori
di figli non proprio somiglianti,
famiglie spalmate con orgoglio
sulle fette del proprio passato
intente ad imburrare foto
sulle pallide lingue del futuro.
Siamo stati scultori
poeti romantici
esteti frenetici e bramosi
alla ricerca della perfezione,
ammaliati dagli inganni della bellezza
eccitati dai sospiri del sesso
ispirati fino al suicidio
senza troppo rispetto per se stessi.
Siamo stati assassini
torbidi bastardi omertosi
fili sottili che reggono il potere
col gelido difetto del colpo a ferire,
coscienze impazzite
vendute alla morte
capaci di fumare l’esistenza
sparando alle tempie della solidarietà.
Siamo stati osservati
a gridarci dentro
mentre il sole bruciava
ben sotto la pelle,
il sangue bolliva
ed il cuore dormiva
su letti freddi e scomodi
di treni senza fermate.
Siamo stati incazzati
fottuti bipolari
alla ricerca di risposte
annegate nel vino,
che poi
a pensarci bene
ci ha solo fatto dormire
fra le cosce calde del vizio.
Siamo stati parole
scritte con i colori del silenzio
insaporite dalle spezie dell’anima
pezzi di carne battuti all’asta,
ammassati nelle file del tramonto
esposti sulle vetrine di una promessa
per guarire dalla solitudine
con l’ansia di perdere ogni cosa.
Siamo stati informati
che la vita ci sarebbe stata amica
al prezzo scontato di un obiettivo
appeso oltre la ruota della certezza
che gira, gira come le palle
lasciando solchi nell’anima
e ci fa domandare ancora se siamo stati
o se avremmo potuto essere.

Scritto e pubblicato il

da Marco Placido Stissi (alias “

“)

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